C’è l’esperienza, c’è la storia, c’è la cultura imprenditoriale. Ci sono i gusti di vini differenti che quattro Cantine – Oliena, Dorgali, Piero Mancini di Luogosanto e Bingiateris di Ortueri – esprimono, una diversità che racconta al meglio la varietà e ricchezza della filiera vitivinicola isolana.
Così nasce Innovinando, idea progettuale elaborata attraverso un percorso avviato con il Programma di Sviluppo Rurale della Sardegna 2014/2020. Le quattro Cantine sono, infatti, le apripista di un Gruppo Operativo, formalizzato nel 2018, che prevede la partecipazione di altri soggetti come l’Università di Sassari, in primis con il Dipartimento di Agraria, l’Agenzia regionale Laore e consulenti esperti del settore vitivinicolo e della comunicazione digitale.
Con il progetto Innovinando le Cantine uniscono le loro energie e idee. C’è la consapevolezza che le aziende abbiano dei punti di forza, rappresentati in primo luogo dalla vocazione viticola dei territori in cui operano, dalla ampia biodiversità delle vigne, dalla professionalità che esprimono. Opportunità da promuovere e valorizzare nonostante un mercato sempre più competitivo e le oggettive difficoltà dovute, ad esempio, all’insularità. Viene promossa la sinergia tra gli attori della filiera e aperto il tavolo a esponenti del settore, a “innovation broker” e a esperti di marketing e di progettazione aziendale.
Il progetto punta alla valorizzazione dei vitigni tradizionali per la ricerca di prodotti di sempre maggior qualità, ecocompatibili e salubri, la cui base parta dal vigneto e prosegua nelle tecniche di cantina e bottiglia, comunicando attraverso innovative tecniche di marketing e commercializzazione, e per mezzo di un collegamento stabile e duraturo con il mondo della ricerca.
Tra le azioni previste ci saranno la conoscenza e caratterizzazione genetica, agronomica e tecnologica di vitigni minori non ancora iscritti nel registro nazionale (come, per esempio Muristellu e Granatza) e un lavoro di selezione sulle principali varietà a bacca rossa coltivate (come, per esempio, Cannonau e Bovale sardo) per individuare varianti oltre la media coltivata e commercialmente disponibile. Altra azione sarà la definizione territoriale di alcune tecniche di coltivazione, con strumenti innovativi (sensori) per una rapida determinazione della composizione dell’acino. Si punterà, infine, alla salvaguardia della fertilità del suolo e alla riduzione dell’uso di fitofarmaci attraverso monitoraggi e un protocollo aziendale di buone pratiche.
Un piano marketing coprirà l’esigenza, fondamentale, di far arrivare al consumatore il valore dell’insularità, la propria diversità e specificità, con le più innovative pratiche di e-commerce, digital marketing e comunicazione digitale. Infine, il sito web che state visitando, racconterà il progetto e la sua evoluzione passo per passo e permetterà il contatto e confronto costante con gli altri gruppi operativi nazionali ed europei per condividere problematiche e soluzioni.