Esiste un momento speciale della produzione del vino, in cui tutti i frutti e il duro lavoro ripaga i viticoltori con dei grappoli d’uva di qualità, pronti per essere raccolti e utilizzati. Si tratta di un momento che è da sempre associato all’attesa, al duro lavoro e alla fatica di tutto un anno di impegno e sacrifici.

Sin dall’antica Roma viene riconosciuto l’impegno e la dedizione che si celano dietro questo lavoro: all’epoca venivano persino organizzati sontuosi banchetti e feste in onore del dio Bacco. Oggi moltissime vigne festeggiano questo momento aprendo le loro porte al pubblico durante l’evento, così da portare avanti la tradizione e la cultura.

Ma, quando si raccoglie l’uva per il vino? Scopriamolo insieme in questo approfondimento.

Autunno: periodo di vendemmia

È durante l’autunno che i viticoltori riescono finalmente a raccogliere l’uva per il vino durante la vendemmia. Questo è il primo passaggio che porterà poi alla vera e propria produzione di vino.

Tutto quello che c’è da sapere sulla vendemmia

La vendemmia non è però una data fissa sul calendario, in quanto i viticoltori devono attendere che la natura faccia il suo corso e permetta una buona raccolta della materia prima.

L’uva viene osservata e studiata attentamente tutto l’anno: vengono monitorati diversi fattori come i livelli di zucchero, l’acidità e la maturazione fenolica. Viene quindi raccolta dopo particolari condizioni che dipendono dal territorio, dal vigneto e, naturalmente dalle condizioni ambientali e climatiche del periodo e dell’anno.

Il continuo monitoraggio a cui l’uva viene sottoposta permette di ottenere la resa migliore di quello che sarà poi il prodotto finale: il vino.

Cosa succede se l’uva viene raccolta nel momento sbagliato?

Se l’uva viene raccolta nel momento sbagliato tutto il lavoro subirà gravi danni.

Se viene raccolta troppo presto potrebbe non avere il necessario contenuto di zucchero, risultando in un vino eccessivamente aspro o astringente. D’altra parte, l’uva lasciata sulla vite per troppo tempo rischia di maturare troppo, portando a livelli di zucchero più elevati e a una minore acidità, che può produrre un vino flaccido e sbilanciato.

Per misurare la qualità dell’uva viene utilizzato un importante parametro conosciuto come Brix, una speciale unità di misura che, misurata attraverso appositi strumenti, aiuta a comprendere quando il livello è quello perfetto, dando così inizio al raccolto dell’uva e al processo che la trasformerà nel vino che noi troviamo comodamente imbottigliato sulla nostra tavola.

Oggi il momento perfetto per raccogliere l’uva è frutto non solo dell’occhio attento del viticoltore ma anche della tecnologia che da anni li accompagna: i progressi nelle previsioni meteorologiche aiutano infatti i viticoltori a prevedere le date ottimali della vendemmia.

I fattori che influenzano la raccolta

Oltre al clima, anche il territorio influenza la scelta del momento della raccolta, che è influenzata dalla combinazione unica di suolo, clima e geografia. La posizione geografia è molto importante: lo stesso vigneto coltivato in regioni diverse può produrre vini con caratteristiche distinte e richiedere periodi diversi di raccolta, dimostrando l’impatto del territorio sul prodotto finale.

Il saper mettere insieme la valutazione di tutti questi fattori non è facile, il tutto rappresenta un complesso equilibrio da cui possono nascere sottili cambiamenti nel sapore e nell’aroma.

Inoltre, i viticoltori più esperti riconoscono il momento perfetto per la vendemmia addirittura assaggiando l’uva e riconoscendo i piccoli cambiamenti volta per volta.

Innovinando: per valorizzare i vitigni sardi

Sei un appassionato di vino? Scopri la storia di Innovinando.

Innovinando nasce dall’esperienza, la storia, la cultura imprenditoriale e i gusti di vini differenti di quattro Cantine sarde che hanno deciso di unire le loro energie e idee: Cantina Bingiateris, Cantina sociale di Oliena, Cantina sociale di Dorgali, Cantina Piero Mancini.

L’obiettivo di questo progetto è quello di valorizzare i vitigni tradizionali della Sardegna, un patrimonio genetico autoctono vasto e conosciuto solo in minima parte, per poter creare prodotti di qualità e innovativi nel rispetto dell’ambiente.